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In una sontuosa e fatiscente villa vesuviana, la mattina del 4 aprile 1875 si consuma un efferato delitto. Il barone "darwiniano" Carlo Coriolano di Santafusca, travolto dai debiti e dalle ipoteche, uccide con estrema ferocia l'avaro prete Cirillo, arricchitosi con la pratica dell'usura e il gioco del lotto, per impadronirsi dei suoi soldi. L'incontrollato evolversi degli avvenimenti, il procedimento investigatorio, la diabolica vitalità del cappello del prete, lo scambio di parti tra il vecchio e il nuovo cappello, l'angoscia crescente del barone, forniscono gli elementi di un noir moderno, in cui le casualità giocano spregiudicatamente contro le attese della ragione. al lettore, avvinto dal susseguirsi incalzante degli avvenimenti, non resta che attendere con ansia e curiosità la sconvolgente conclusione della storia.